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Sicuramente Giorgia non pensa al rapporto azienda/cliente quando canta “Tu mi porti su“, ma le similitudini sono molte.

D’altronde quando un venditore incontra un potenziale cliente non scatta un gioco della seduzione?

E allora indossiamo le cuffie (un paio di Bose QuiteComfort 3 Acoustic Noise Cancelling, fantastiche) ci isoliamo e alziamo il volume.

Giorgia - Tu Mi Porti Su

“Quando t’ho incontrato è scattato il gioco della seduzione 

tutti e due a stendere la merce più invitante sul bancone 

sguardi sfuggevoli, pose svenevoli, 

fughe in avanti e misti inconvenevoli, 

siamo animali sensibili all’odore 

e siamo umani in cerca dell’amore …

Bene la vendita è fatta, il contratto è chiuso.

Inizia il rapporto, le prime forniture ma …

Tu mi porti su e poi mi lasci cadere

A volte non tutto va come il cliente si aspettava, emergono i primi segni di insoddisfazione, non ci si era capiti bene, forse si era dedicato troppo poco tempo nell’ascoltare esattamente gli obiettivi del cliente e i problemi da risolvere e, inevitabilmente, “Tu mi porti su e poi mi lasci cadere“, il livello di customer satisfaction crolla.

“Ah che bellezza, ah che dolore.

Così che va la vita, così che va l’amore”

Ma c’è la soluzione, anche nella canzone: “Tu mi porti su, sto imparando a volare (sto imparando a volare)” 

Bisogna ritornare con umiltà alla casella Numero 1, quella che dice “conoscere e capire in profondità i problemi del cliente” e, quindi, occorre prenderlo per mano per fargli apprezzare il nostro prodotto calato nel suo mondo e per la soluzione dei suoi problemi.

Spesso proprio questo è il compito di un buon Customer Care, quello che fa veramente la differenza.

E allora …

volare, oh oh, volare, oh oh, tu mi porti su 

e sicuramente non lo si lascia più cadere.

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